Il 26 ottobre Antonio Butti è partito nuovamente per il Togo e subito ci scrive … grande Antonio!
“Cari amici, eccomi qua, nuovamente in Togo.
Sono arrivato il 28 sera alle 19.30, ora locale, non vedevo l’ora. Sono piombato subito nella colorita baraonda degli arrivi. Stavolta al controllo doganale mi hanno fatto aprire la valigia piena di materiale sanitario ed è cominciata subito la trafila di domande. Saputone lo scopo tutto si è concluso con un ” bienvenu au Togo, docteur” seguito immediatamente da una richiesta di danaro per la famiglia ma sono rimasti a bocca asciutta, non avevo né 5 o 10 euro né tantomeno moneta locale, gli ho fatto un gran sorriso.
Appena uscito mi sono subito ritrovato tra le possenti braccia di suor Rose e di Raoul, l’autista di sempre, e sono stato avvolto dal caldo umido con tutte le sue familiari puzze.
Il 29 mattina sono andato al dispensario per portare il materiale.
È inutile che vi descriva l’accoglienza, sembrava che tutto il personale aspettasse me, abbracci, strette di mano e baci. Dopo un attimo mi sono accorto che mancava tutta l’equipe del blocco operatorio, ho guardato in quella direzione e l’ho vista lì di fronte, erano tutti schierati ad aspettarmi, non si erano voluti confondere con gli altri, si ritengono appartenenti ad un gruppo speciale e ne vanno orgogliosi, mi ha fatto molto piacere questo sentimento di squadra.
Alle 12 sono partito per Amakpape e alle 13.30 ero a tavola con suor Pat, Maristella e Chiara.
Alle 14.30 ho cominciato con Chiara le visite, 37 persone, ma solo 14 erano da operare.
Il 30 pomeriggio sono tornato ad Agoenive, con l’immagine della grande chiesa in costruzione ad Amakpape, una cosa grandiosa davanti alla quale sorgono molti perché.
Il 31 l’ho passato a visitare tutti i pazienti della lista preparata da Suor Estrelita comprendente sia gente dei villaggi vicini sia un gruppo proveniente dal profondo nord, questi ultimi sono i più derelitti, i più bisognosi, fanno una incredibile tenerezza, sono trattati con freddezza anche dai togolesi di qua, forse il retaggio di rivalità tribali.
Il primo novembre ho cominciato ad operare e chi ho messo tra i primi della lunga lista? Ma naturalmente i”nordisti”.
È iniziata questa nuova missione, sono in pace con me, so che la mia Marcella è contenta, soffro un pò di nostalgia per i figli e per i nipotini.
Ringrazio tutti voi, cari amici della Luconlus, che mi consentite di continuare a vivere questa esperienza.
Un abbraccio a tutti”.